GINO PRINETTI E GLI ALTRI CADUTI E RESISTENTI MERATE 1920-1945
 
   
   

[…] Memorie spezzate e non riconciliabili, la necessità di una narrazione il più possibile unitaria obbliga a “smussare tutti gli angoli”.

Oggi questi angoli smussati rendono la narrazione pubblica spesso non credibile, il tentativo di riannodare i fili di memorie e vite diverse può essere un piccolo tassello nella costruzione di una memoria che trovi legami reali con un passato spesso avvolto nelle nebbie. Da tali considerazioni nasce questo lavoro, nella impossibilità di ricostruire un legame tra i nomi sui monumenti e sulle lapidi abbiamo provato a ricercare “chi è costui”, ridefinendo la sua collocazione in un lontano passato, utile per comprendere il presente.

Ci siamo avvicinati a Gino Prinetti perché la sua storia e la sua morte ci sono caratteristici di una memoria di difficile collocazione (di famiglia nobile, monarchico, ufficiale del Regio Esercito, combattente con le organizzazioni del comunista Cino Moscatelli, caduto combattendo contro i nazi-fascisti). Poi lo sguardo non ha potuto fare a meno di allargarsi, partendo proprio dalla lapide posta sotto il monumento ai caduti di Merate, scorrendo le lastre di marmo poste alla fine della seconda guerra e cercando nei meandri di una memoria diffusa in innumerevoli rivoli.

Attenti a non dimenticare nessuno.

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